L’Università degli Studi della Tuscia, partner di RUS (Rete delle Università per lo Sviluppo sostenibile), nel tentativo di promuovere buone pratiche di sostenibilità sociale, economica e ambientale, invita i propri studenti e il proprio personale a privilegiare forme di mobilità alternativa per raggiungere i diversi complessi dell’Ateneo, i quali sono facilmente accessibili tramite forme di mobilità pedonale o ciclistica, evitando quindi il ricorso a forme di mobilità tradizionali (come autovetture e automezzi pubblici o privati).
Forme di mobilità alternative come quelle pedonali o ciclistiche, infatti, contribuiscono alla diminuzione della congestione del traffico, delle emissioni inquinanti, del rumore, e migliorano la tutela di chi viaggia, risultando efficaci nei confronti di fenomeni come l’inquinamento atmosferico, l’inquinamento acustico, la congestione stradale, l’incidentalità, e così via.
In aggiunta a ciò, in questo momento delicato dovuto alla presenza del COVID-19 con cui tutti siamo obbligati a confrontarci, forme di mobilità alternative come quelle pedonali o ciclistiche sono doppiamente importanti in quanto decongestionano i mezzi pubblici, incrementando quindi il distanziamento sociale, ed evitano qualunque pericolo di contagio.
Infine, le forme di mobilità alternative come quelle pedonali o ciclistiche si caratterizzano per l’indubbio vantaggio di essere le più salutari possibili, assicurando la giusta e necessaria attività aerobica all’organismo umano.
L’Università degli Studi della Tuscia è caratterizzata da un campus diffuso all’interno della Città di Viterbo, con i vari complessi che non distano più di qualche km l’uno dall’altro, e che ben si prestano ad essere raggiunti attraverso le forme di mobilità alternativa di cui sopra. Di seguito si riportano, a titolo indicativo, i percorsi più brevi e facilmente percorribili, sia a piedi che in bicicletta, che collegano la sede centrale dell’Ateneo agli altri principali centri localizzati all’interno della Città di Viterbo.
DESCRIZIONE DEI PUNTI CARATTERISTICI INCONTRATI LUNGO I PERCORSI UNIVERSITARI
(si ringrazia gentilmente per i testi la Dott.ssa Vittoria Severini)
0. Piazza San Lorenzo – Duomo – Palazzo dei Papi – Museo Colle del Duomo – casa di Valentino della Pagnotta – casa Farnese- Ospedale Grande degli Infermi
Siamo nell’area più bella ed avvincente della città sia dal punto di vista storico-artistico che paesaggistico: si tratta di piazza San Lorenzo, racchiusa architettonicamente dalla casa di Valentino della Pagnotta, dalla maestosità del Duomo con annesso il Museo del Colle ed infine dalla solidità del Palazzo dei Papi. Dal 1268 al 1271 la splendida dimora ospitò il più lungo, famoso e controverso conclave della storia conclusosi con l’elezione di papa Gregorio X (inizi XIII secolo-1276) al secolo Taddeo Visconti; non riuscendo i cardinali ad eleggere il nuovo pontefice, indussero il popolo viterbese ad adottare l’estremo rimedio di rinchiuderli, clausi cum clave, nella grande aula centrale senza cibo né acqua e scoperchiandone il tetto così da facilitare la designazione del nuovo vicario di Cristo, che infatti non tardò ad arrivare. Al centro di questa scenografica cavea rappresentata dall’andamento della piazza, sorge la Cattedrale di San Lorenzo che tradizione vuole essere edificata sulle rovine di un tempio pagano dedicato ad Ercole. La sua genesi cristiana vede la luce a partire dalla seconda metà del XIII secolo con alterne vicissitudini nel corso del tempo che hanno prodotto l’aspetto romanico che noi oggi fruiamo. L’interno a tre navate è impreziosito nella parte centrale da un raffinato pavimento cosmatesco. Pregevole l’apparato pittorico con opere di Giuseppe Passeri (1654-1714), Giovan Francesco Romanelli (tra 1608 e 1613- 1662), Marco Benefial (1684-1764) e tanti altri ancora. Interessante l’annesso Museo con opere dei maggiori pittori viterbesi provenienti dalle diverse parrocchie della diocesi cittadina ed una sezione di arte sacra comprendente paramenti, reliquiari, calici ed altri oggetti adatti alle funzioni religiose. Terminano il breve excursus sul colle la casa di Valentino della Pagnotta, caratteristico esempio di architettura medievale, che porta il nome del suo proprietario, un facoltoso agricoltore eletto Priore nel 1458, Palazzo Farnese, a ridosso del Ponte del Duomo, che, a causa delle diverse modifiche avvenute nel tempo, riassume i tratti principali dell’architettura medievale presentando al contempo elementi architettonici di altri periodi storici, e l’Ospedale Grande degli Infermi. Non si può fare a meno di notare, proprio di fronte alla facciata del Duomo, un complesso fatiscente e ormai chiuso al pubblico: si tratta del vecchio nosocomio viterbese la cui costruzione risale al 1573 con un costo di 500 scudi, più della metà pagati dai cardinali Alessandro Farnese e Gambara. Naturalmente le sue dimensioni originarie erano molto più contenute, e infatti venne ampliato a più riprese fino a raggiungere ai nostri giorni la dismissione totale delle sue funzioni. Si auspica in un immediato futuro il recupero del complesso al fine di crearne, perché no, un polo di cultura provinciale.
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1. Valle Faul
Dalla maestosa loggia a sette arcate intrecciate del Palazzo dei Papi, è possibile affacciarsi sulla valle Faul dove campeggia, emergendo dalla nuda terra, la titanica scultura dell’artista americano Seward Johnson (1930-2020) dal titolo Awakening, il risveglio, con cui l’autore ha voluto simboleggiare il risveglio dell’uomo e della sua coscienza in modo fiero e volitivo.
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2. Piazza del Gesù
La piazza, antichissimo centro della vita cittadina, racchiude nel suo emiciclo oltre alla splendida chiesa di San Silvestro detta del Gesù, prototipo delle chiese romaniche con campanile a vela, una pregevole fontana del XVII secolo e la nota Torre del Borgognone del XIII secolo.
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3. Piazza della Morte
Raffinato spiazzo alberato al cui centro spicca un’elegante fontana a fuso tipicamente viterbese, risalente, in parte, al XIII secolo. Dalla vasca circolare, decorata con motivi rettangolari, si erge un fusto sorretto da una colonna e ornato con protomi leonine zampillanti acqua, altorilievi a foglia stilizzata e una cuspide a forma di pigna. Sulla piazza si affaccia la chiesa di San Tommaso con annessa loggia duecentesca caratterizzata da ampi archi e massicci pilastri.
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4. Piazza San Carluccio
Sulla destra della piazza, addossato ad uno degli edifici più storici del quartiere, spicca lo splendido fontanile del XIII secolo composto da una vasca rettangolare in pietra, che raccoglie l’acqua sgorgante da una bocca di leone sormontante gli stemmi delle famiglie Gatti ed Anguillara: questo animale è il simbolo della città di Viterbo, oltre che un elemento frequente nelle decorazioni di fontane e palazzi.
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5. Quartiere San Pellegrino
Immutato nonostante il trascorrere del tempo appare, all’attento fruitore, il quartiere medievale di San Pellegrino, uno spaccato di vita racchiuso nella magia di vicoli e piazzette; strutture architettoniche caratteristiche del rione sono i “profferli”, scale esterne che conducono al pianerottolo di accesso delle abitazioni e la “casa a ponte”, un tipo di residenza che unisce due fabbricati, separati dalla strada, all’altezza del primo o del secondo piano, creando suggestivi passaggi coperti. La via di San Pellegrino è il principale asse viario da cui si apre l’omonima piazza custode di antiche chiese e dimore come Palazzo degli Alessandri, edificio a tre piani con un’interessante variante del tipico “profferlo” viterbese realizzato all’interno del muro perimetrale dell’edificio, e la chiesa di San Pellegrino parte integrante di un ospizio per viandanti e forestieri. Ultimo, ma non per questo meno significativo, è il Museo dei Sodalizio dei Facchini di Santa Rosa che espone alcuni modellini in scala delle macchine succedutesi nel corso degli anni, oltre alle testimonianze fotografiche della celebrazione del Trasporto.
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6. Porta Romana – San Sisto
L’imponente struttura deve il suo aspetto attuale ai lavori che furono realizzati nella prima metà del Seicento in onore di papa Innocenzo X (1574-1655), giunto in città nel 1643, in visita alla cognata, donna Olimpia Maidalchini Pamphili (1591-1657), signora di San Martino al Cimino, nota al popolo come la “Pimpaccia” di piazza Navona. All’interno delle mura cittadine a ridosso dell’ingresso si eleva la chiesa medievale di San Sisto sorta sulle spoglie di un precedente tempio romano. L’edificio, più volte ristrutturato e parzialmente ricostruito dopo i bombardamenti della II Guerra Mondiale, presenta una pianta basilicale a tre navi con una splendida scalinata di accesso al presbiterio coperta da una volta a botte sorretta da pilastri; a destra il pregevole dipinto Madonna con Bambino e Santi di Neri di Bicci datato 1457. Interessante sottolineare che il fonte battesimale collocato alla destra dell’entrata è un pozzetto proveniente probabilmente da qualche villa romana della zona.
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7. Piazza Fontana Grande
Deve il suo nome ad una maestosa fontana che da centinaia di anni accoglie i visitatori nel cuore della Viterbo storica; la sua genesi inizia intorno al XIII sec. anche se per alcuni studiosi esisteva già da diversi anni prima. E’ comunque considerata una delle più belle e antiche fontane della città, proprio perché rappresenta il risultato della mescolanza di diversi stili architettonici stratificati nel corso dei secoli, che la rendono un’opera di raffinata e rara bellezza.
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8. Piazza del Plebiscito – del Comune
Centro pulsante della vita politica della città, piazza del Plebiscito è delimitata dal Palazzo dei Priori, attuale sede del Comune, dal Palazzo del Podestà sormontato dalla torre dell’Orologio alta 44 metri, dal Palazzo Apostolico, oggi Palazzo della Prefettura ed infine dalla chiesa di Sant’Angelo in Spatha con inglobata in facciata la copia del sarcofago in marmo della bella Galliana, la famosa fanciulla viterbese simbolo di fierezza e lealtà.
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9. Piazza delle Erbe
Come ogni piazza viterbese che si rispetti anche quella delle Erbe si connota per la presenza di una imponente fontana: quella dei Leoni, costruita nel 1621 su disegno di Filippo Caparozzi, pittore ed architetto viterbese attivo nella prima metà del XVII secolo. Completano la bellezza dell’area alcuni edifici di rilevo come la chiesa di Santa Maria del Suffragio, Palazzo Mazzatosta e Palazzo Gatti.
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10. Piazza Verdi – Teatro dell’Unione
Sull’esteso slargo alberato appare la chiesa di San Marco di fondazione cistercense; nell’interno, raccolto e suggestivo, l’abside è impreziosita da un Eterno benedicente tra i santi Pietro e Paolo di Giovan Francesco d’Avanzarano (XV-XVI sec.), autore anche della sottostante tavola, Madonna col bambino e santi, datata 1512. Sul lato opposto della piazza è sito palazzo Santoro costruito nel 1466 ma completamente rimaneggiato dopo l’ultima guerra: è la sede della Biblioteca Comunale degli Ardenti, ricca di fondi antichi sulla storia della città, di codici contenenti gli statuti cittadini, nonché di documenti sulla storia dell’Alto Lazio dall’XI secolo all’età contemporanea. A Virginio Vespignani (1808-1882) si deve, infine, il neoclassico Teatro Comunale dell’Unione realizzato in un decennio e inaugurato nel 1855 con il melodramma Rigoletto di Giuseppe Verdi (1813-1901). Infine non tutti sanno che a due passi dal teatro, su quello che sembra un alveo artificiale costituito dall’attuale via Marconi, fluiva liberamente il torrente Urcionio sfociando indisturbato verso Valle Faul; la realizzazione di questa moderna arteria ha determinato il contenimento del fiume all’interno di un grande tunnel che scorre ancora oggi inosservato sotto il manto stradale della città.
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11. Piazza della Rocca – Museo Etrusco Rocca Albornoz
Punto nevralgico della viabilità cittadina, lo spazio visivo di piazza della Rocca converge immediatamente sulla fontana centrale realizzata su progetto di Raffaello da Montelupo (1505 ca -1566) e di Jacopo Barozzi detto il Vignola (1507 – 1573) nel 1575 per volere del cardinal Alessandro Farnese (1520-1589). Duramente colpita durante l’ultimo conflitto è stata completamente restaurata con i materiali originali recuperati. Concludono la piazza alcuni monumenti fondamentali per la storia della cittadina come la Rocca Albornoz, attuale sede del Museo Nazionale Etrusco ricco di reperti provenienti da San Giovenale, Acquarossa, Musarna e Ferento, la settecentesca Porta Fiorentina, che deve il suo nome alla direzione in cui è ubicata con due fornici aggiunti nel 1887, e la chiesa di San Francesco. Un breve inciso merita lo spettacolare Palazzo Grandori voluto a metà del XIX secolo dall’omonimo ingegner Luigi quale sede di un prezioso e raffinato albergo.
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12. Prato Giardino
Fuori Porta Fiorentina si estende il parco pubblico della città. Vede la sua realizzazione intorno al XIV secolo quale giardino della corte papale in seguito alla costruzione dell’attigua Rocca di Albornoz. Ricco di alberi, viali e laghetti è stato di recente dedicato al cantautore Lucio Battisti, le cui canzoni danno il nome a vie e percorsi interni al giardino.
http://www.retedimorestorichelazio.it/dimora/vt/viterbo/giardino-di-prato-giarino/
13. Quartiere Pianoscarano
Pochi passi congiungono il rione di San Pellegrino al quartiere di Pianoscarano, un tempo detto Vico Squarano. Appare come un borghetto racchiuso da mura cittadine i cui edifici ed abitazioni hanno mantenuto nelle loro architetture il sapore autentico dei secoli passati; completa l’atmosfera medievale la bella fontana del 1376 che ricorda nella sua forma a fuso le molteplici fonti presenti nel resto della città.
https://visit.viterbo.it/la-porte-di-viterbo-da-porta-fiorita-a-porta-del-pianoscarano/
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14. Piazza San Faustino
Adibita a mercato rionale, Piazza San Faustino racchiude in tutta la sua ampiezza il sapore di un antico passato evidenziato non solo dalla splendida fontana a fuso (1250) di cui si conoscono anche gli autori Giacomo D’Andrea e Gemini di Maestro Francesco come indicato nell’incisione « Iacobus Andree et Gemini magistri Francisci fecerunt hoc opus » rinvenibile sul fusto, ma soprattutto dalla chiesa dei Santi Faustino e Giovita il cui aspetto attuale è il frutto di una serie rifacimenti moderni.
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15. Piazza della Trinità
Deve il suo nome all’omonima chiesa la cui maestosa facciata bicroma si apre sull’antistante piazzetta. L’interno della basilica a tre navate custodisce pregevoli manufatti pittorici tra cui la Santa Maria Liberatrice opera di Gregorio e Donato d’Arezzo (XIV sec.).
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16. Piazza Martiri di Ungheria – Sacrario
Uno degli spazi più ampi e densamente più usufruiti della città. Iniziamo dalla chiesetta degli Almadiani, dove le origini rinascimentali hanno ceduto il posto a rimaneggiamenti di epoche successive; nulla è rimasto dell’antico convento annesso al sacro edificio attualmente disponibile per eventi culturali, mostre d’arte ed esposizioni. Di fronte, custodito all’interno di un piccolo giardino, il Tempietto di Santa Maria della Peste la cui costruzione, risalente alla fine del XV secolo, fu voluta quale ringraziamento per la fine di un’epidemia che aveva decimato la popolazione. L’edificio, di struttura ottagonale e vicino a formule di stampo bramantesco, fu nel 1936 dedicato ai Caduti della Patria. Al vertice delle direttrici idealmente tracciate dai due monumenti è collocata la fontana dedicata al Paracadutista d’Italia dove una grande ala svettante al cielo si erge quale simbolo di un intero corpo militare. Ma è solo oltrepassando il grande piazzale in direzione di Valle Faul che appare in tutta la sua estensione lo splendido skyline della città con impresso il profilo di quegli edifici medievali che di Viterbo sono l’orgoglio, l’anima e il cuore pulsante.
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17. Porta San Pietro
Le mura di Viterbo che si estendevano per diversi chilometri tutto intorno all’antico cuore della città sono ancora ben rappresentate dalle molteplici porte che ne delimitano l’intero perimetro. Tra di esse spicca per vetustà Porta San Pietro che conserva ancora aspetto originario inserendosi perfettamente nell’ ambiente storico dove il Palazzo di Donna Olimpia, noto anche come Palazzo dell’Abate per l’origine cistercense, domina lo scenario.
https://visit.viterbo.it/palazzo-donna-olimpia/
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18. Piazza Sant’Andrea
Quale viterbese non conosce la tradizione dei pesci di Sant’Andrea? Si tratta di un’usanza ben radicata in Tuscia per cui ogni 30 di Novembre in occasione della festività del santo si regalano dei pesci colorati di cioccolato con sorpresa ai bambini, ai familiari o alla persona di cui si è innamorati. Questa consuetudine si deve al parroco dell’omonima chiesa nel quartiere di Pianoscarano, che era solito lasciare, in prossimità di questa ricorrenza, nell’acquasantiera della basilica un pesce di cioccolata per il vescovo e per ogni sacrestano.
https://visit.viterbo.it/il-pesce-di-cioccolato-di-santandrea/
19. Giardini del Paradosso
Si tratta di un’area urbana allestita e arricchita con reperti medievali e d’epoca romana presenti anche all’interno dell’edificio principale ora in uso come struttura di ristoro. Il giardino intorno è magnifico: i capitelli e le vasche antiche, le rovine della chiesa, la fontana del Cinquecento, tutto concorre a rendere questo luogo un’oasi di pace e magia.
http://www.tusciaweb.eu/2017/10/al-paradosso-il/
20. Piazza Crispi – Porta della Verità – Museo Civico – Chiesa del Paradiso
Passando dall’austera Porta della Verità adornata dagli stemmi di Benedetto XIII, del governatore Oddi, del vescovo Sermattei e del Comune di Viterbo, si scorgono in lontananza gli edifici dell’elegante piazza Crispi tra cui la chiesa di Santa Maria della Verità e l’adiacente Museo Civico che raccoglie opere in ceramica, collezioni numismatiche, bozzetti seicenteschi come quelli del perduto ciclo pittorico della chiesa di Santa Rosa, opere di artisti viterbesi dal 400 all’ 800 oltre ai due dipinti di Sebastiano del Piombo (1485-1547), la Pietà (1515-16) e la Flagellazione di Cristo (1524), entrambi commissionate da monsignor Giovanni Botonti. Trova spazio anche il sarcofago di arte romana, noto per essere il sepolcro della Bella Galiana, posto originariamente sulla facciata della chiesa di Sant’Angelo in Spatha. Un cenno particolare merita la Chiesa del Paradiso con annesso chiostro, nota per le sue singolari vicende che la videro tra la fine dell’800 e la prima metà del ’900 dapprima rimessa per i carri funebri, poi canile, garage ed infine caserma.
https://visit.viterbo.it/museo-civico-di-viterbo/
https://visit.viterbo.it/chiesa-di-santa-maria-del-paradiso/
21. Piazza Dante
La fontana di piazza Dante, costruita nel 1246 come indicato dall’iscrizione posta sul fusto, fu nel corso del XVIII secolo sistemata nell’attuale collocazione, per permettere un passaggio più scorrevole alle carrozze.
https://visit.viterbo.it/fontana-di-san-giovanni/
22. Piazza della Crocetta
Sia la piazza che la fontana devono il loro nome ai Padri Crociferi custodi dell’adiacente chiesa di Santa Maria in Poggio o della Crocetta, primo luogo di sepoltura di Rosa, la santa bambina patrona della città; la stessa fonte è conosciuta anche per essere il luogo di uno dei miracoli compiuti dalla fanciulla aggiungendo così un secondo nome a quello già noto.
https://visit.viterbo.it/fontana-della-crocetta/
https://visit.viterbo.it/chiesa-di-santa-maria-in-poggio-o-della-crocetta/
23. Santuario, convento e casa di Santa Rosa
Dalla lunga salita che si protende da piazza del Teatro, si scorge in lontananza il sacrato della chiesa di Santa Rosa il cui aspetto odierno è il frutto dei lavori postumi al 1632, anno della demolizione dell’antico santuario in parte affrescato Benozzo Gozzoli (1420-1497). Nel suo interno sono conservate le spoglie della Santa con accanto, in un ricco reliquiario, il cuore della fanciulla. Molteplici i dipinti che ne abbelliscono le pareti tra cui il polittico di Francesco d’Antonio da Viterbo detto il Balletta (attivo nel XIV secolo) e una Santa Rosa circondata da Angeli di Francesco Podesti (1800-1895). Fanno parte del complesso il monastero delle clarisse e la casa della Santa che conserva l’antico sarcofago ligneo dipinto dove il suo corpo giacque per più di vent’anni.
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24. Basilica di San Francesco
Il complesso di San Francesco, costituito dalla basilica e dall’annesso convento, deve il suo aspetto originario, romanico-gotico, ai lavori eseguiti dopo la rovinosa distruzione causata dai bombardamenti della II Guerra Mondiale. Sul lato esterno della facciata si innalza un pulpito dal quale, si dice, predicò san Bernardino da Siena (1380-1444) mentre adornano il suo interno i resti di alcuni monumenti sepolcrali tra cui spicca il mausoleo di Adriano V (primi anni del 1200-1276) attribuito ad Arnoldo di Cambio (1240 ca – 1310 ca).
https://visit.viterbo.it/chiesa-di-san-francesco-alla-rocca/
25. Stazione FFSS Porta Romana
Viterbo Porta Romana è la seconda stazione per importanza della città di Viterbo. Collocata al sud del centro storico lungo la direttrice per Roma, mantiene pressoché inalterato, seppur nel tempo restaurato, il fabbricato originario di fine Ottocento relativo all’anno di edificazione (1894). E’ la porta d’accesso al capoluogo della Tuscia per chi proviene dalla capitale o dai comuni a meridione della provincia.
https://web.archive.org/web/20131122211017/
http://www.stazionidelmondo.it/viterboportaromana.htm#
https://web.archive.org/web/20140502033532/
http://www.stazionidelmondo.it/viterbo.htm
26. Stazione FFSS Porta Fiorentina
Viterbo Porta Fiorentina è la prima stazione ad essere inaugurata intorno agli anni ottanta del XIX secolo. Si trova poco a nord del centro storico, in una zona fortemente urbanizzata lungo a direttrice che proviene dalla Toscana. Negli anni ’30 arrivarono le prima automotrici diesel che presero gradualmente possesso di entrambe le linee ferroviarie anche se il vapore riuscì a resistere fino alla metà degli anni ’70 sulla linea per Roma.
https://web.archive.org/web/20140502001552/
http://www.stazionidelmondo.it/viterboportafiorentina.htm
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http://www.stazionidelmondo.it/viterbo.htm
27. Stazione COTRAL
Situata in zona Riello a pochi passi dall’Università della Tuscia e dal popolare centro commerciale della città, la nuova stazione gestisce il traffico pubblico su quattro ruote da e per il capoluogo viterbese.
https://www.cotralspa.it/
28. Ufficio Turistico – Stazione BUS
Rappresenta uno dei punti focali del Sacrario non solo per il compito di informazione turistica che svolge quotidianamente ma anche per la sua alta e singolare struttura aperta su piazza Martiri di Ungheria che attraverso pareti in limpido cristallo lega l’ambiente interno al tessuto urbano circostante. Attraversando la passerella lignea che costeggia perimetralmente una vasca d’acqua addossata alle pareti dell’edificio si raggiunge la pensilina recentemente ristrutturata che accoglie i passeggeri in attesa degli autobus urbani.
https://visit.viterbo.it/ufficio-turistico/
Il percorso è lungo 1080 m, per un tempo di percorrenza di 16 minuti a piedi e 4 minuti in bicicletta. Si risparmiano 210 g di CO2 rispetto all’uso di autovettura e si consumano 55 calorie a piedi e 35 in bicicletta. A metà percorso si incontra la stazione ferroviaria di Porta Fiorentina [26].
Il percorso è lungo 510 m, per un tempo di percorrenza di 8 minuti a piedi e 2 minuti in bicicletta. Si risparmiano 100 g di CO2 rispetto all’uso di autovettura e si consumano 25 calorie a piedi e 20 in bicicletta.
Il percorso è lungo 2400 m, per un tempo di percorrenza di 36 minuti a piedi e 10 minuti in bicicletta. Si risparmiano 470 g di CO2 rispetto all’uso di autovettura e si consumano 120 calorie a piedi e 80 in bicicletta.
Il percorso è lungo 1300 m, per un tempo di percorrenza di 17 minuti a piedi o 5 minuti in bicicletta. Si risparmiano 260 g di CO2 rispetto all’uso di autovettura e si consumano 65 calorie a piedi e 45 in bicicletta.
Il percorso è lungo 350 m, per un tempo di percorrenza di 5 minuti a piedi e 2 minuti in bicicletta. Si risparmiano 70 g di CO2 rispetto all’uso di autovettura e si consumano 20 calorie a piedi e 15 in bicicletta.
Il percorso è lungo 4050 m, per un tempo di percorrenza di 60 minuti a piedi e 16 minuti in bicicletta. Si risparmiano 800 g di CO2 rispetto all’uso di autovettura e si consumano 200 calorie a piedi e 135 in bicicletta. Lungo il percorso si incontrano i seguenti punti caratteristici: Stazione COTRAL [27].
Il percorso è lungo 2900 m, per un tempo di percorrenza di 44 minuti a piedi e 12 minuti in bicicletta. Si risparmiano 580 g di CO2 rispetto all’uso di autovettura e si consumano 140 calorie a piedi e 100 in bicicletta. Lungo il percorso si incontrano i seguenti punti caratteristici: Basilica di San Francesco [24], Piazza della Rocca – Museo Etrusco Rocca Albornoz [11], Prato Giardino [12], Stazione COTRAL [27].
Il percorso è lungo 2600 m, per un tempo di percorrenza di 40 minuti a piedi e 10 minuti in bicicletta. Si risparmiano 510 g di CO2 rispetto all’uso di autovettura e si consumano 130 calorie a piedi e 85 in bicicletta. Lungo il percorso si incontrano i seguenti punti caratteristici: Piazza Verdi / del Teatro [10], Piazza Martiri di Ungheria / del Sacrario [16], Piazza San Faustino [14].
Il percorso è lungo 1250 m, per un tempo di percorrenza di 19 minuti a piedi e 5 minuti in bicicletta. Si risparmiano 250 g di CO2 rispetto all’uso di autovettura e si consumano 60 calorie a piedi e 40 in bicicletta. A metà percorso si incontra la stazione ferroviaria di Porta Fiorentina [26].
Il percorso è lungo 1850 m, per un tempo di percorrenza di 27 minuti a piedi e 7 minuti in bicicletta. Si risparmiano 360 g di CO2 rispetto all’uso di autovettura e si consumano 90 calorie a piedi e 60 in bicicletta. Lungo il percorso si incontrano i seguenti punti caratteristici: Piazza Verdi / Teatro dell’Unione [10], Piazza Martiri di Ungheria / del Sacrario [16], Ufficio Turistico – Stazione BUS [28], Valle Faul [1], Piazza San Lorenzo [0], Piazza della Morte [3], Piazza San Carluccio [4], i Giardini del Paradosso [19], il Quartiere Pianoscarano [13].
Il percorso è lungo 2300 m, per un tempo di percorrenza di 35 minuti a piedi e 9 minuti in bicicletta. Si risparmiano 420 g di CO2 rispetto all’uso di autovettura e si consumano 115 calorie a piedi e 80 in bicicletta. Lungo il percorso si incontrano i seguenti punti caratteristici: Santuario di Santa Rosa [23], Piazza della Crocetta [22], Piazza Dante [21], Porta Romana – San Sisto [6], Piazza Fontana Grande [7], Quartiere San Pellegrino [5], Giardini del Paradosso [19], Quartiere Pianoscarano [13].
Il percorso è lungo 2400 m, per un tempo di percorrenza di 36 minuti a piedi e 10 minuti in bicicletta. Si risparmiano 480 g di CO2 rispetto all’uso di autovettura e si consumano 120 calorie a piedi e 80 in bicicletta. Lungo il percorso si incontrano i seguenti punti caratteristici: Basilica di San Francesco [24], Piazza della Rocca – Museo Etrusco Rocca Albornoz [11], Piazza San Faustino [14], Piazza Martiri di Ungheria – Sacrario [16], Piazza delle Erbe [9], Piazza del Plebiscito – del Comune [8], Piazza del Gesù [2], Piazza della Morte [3], Piazza San Carluccio [4], Giardini del Paradosso [19], Quartiere Pianoscarano [13].
Il percorso è lungo 1400 m, per un tempo di percorrenza di 21 minuti a piedi e 6 minuti in bicicletta. Si risparmiano 280 g di CO2 rispetto all’uso di autovettura e si consumano 70 calorie a piedi e 50 in bicicletta. Lungo il percorso si incontrano i seguenti punti caratteristici: Porta Romana – San Sisto [6], Piazza Crispi – Porta della Verità – Museo Civico [20].
Il percorso è lungo 1800 m, per un tempo di percorrenza di 27 minuti a piedi e 7 minuti in bicicletta. Si risparmiano 360 g di CO2 rispetto all’uso di autovettura e si consumano 90 calorie a piedi e 60 in bicicletta. Lungo il percorso si incontrano i seguenti punti caratteristici: Porta Romana – San Sisto [6], Piazza Dante [21], Piazza della Crocetta [22], Santuario di Santa Rosa [23].
Il percorso è lungo 1400 m, per un tempo di percorrenza di 21 minuti a piedi e 6 minuti in bicicletta. Si risparmiano 280 g di CO2 rispetto all’uso di autovettura e si consumano 70 calorie a piedi e 50 in bicicletta. Lungo il percorso si incontrano i seguenti punti caratteristici: Porta Romana – San Sisto [6], Piazza Fontana Grande [7], Piazza San Carluccio [4], Giardini del Paradosso [19], Quartiere Pianoscarano [13].
Il percorso è lungo 1200 m, per un tempo di percorrenza di 18 minuti a piedi e 5 minuti in bicicletta. Si risparmiano 240 g di CO2 rispetto all’uso di autovettura e si consumano 60 calorie a piedi e 40 in bicicletta. Lungo il percorso si incontrano i seguenti punti caratteristici: Porta Romana – San Sisto [6], Porta San Pietro [17], Piazza Sant’Andrea [18], Quartiere Pianoscarano [13].
Il percorso è lungo 350 m, per un tempo di percorrenza di 5 minuti a piedi e 2 minuti in bicicletta. Si risparmiano 70 g di CO2 rispetto all’uso di autovettura e si consumano 20 calorie a piedi e 15 in bicicletta. Lungo il percorso si incontrano i seguenti punti caratteristici: Porta Romana – San Sisto [6].